I valori dello sport
Lo pratica dello sport contribuisce a definire il nostro stile di vita: ci sono molteplici fattori che portano a dedicarsi alle discipline sportive.
Il mantenimento e miglioramento dello stato di salute, la necessità distrazione dalla vita frenetica quotidiana, la volontà di mantenersi in linea, lo spirito di competizione, la voglia di svago, la passione il divertimento sono solo alcune delle motivazioni che spingono l’uomo verso lo sport.
Lo sport è soprattutto un modello di valori.
I valori, in senso ampio, sono convinzioni molto profonde e forti che determinano le nostre azioni, ma che incidono anche sulle nostre amicizie e relazioni.
I valori vengono trasmessi sia dal contesto che ci circonda (famiglia, scuola, lavoro), dai rapporti che instauriamo (le amicizie) e dalla pratica sportiva.
Lo sport concepito in maniera sana ha la capacità di insegnarci e farci apprendere condotte utili per la crescita personale.
I principali valori educativi che derivano dalla pratica sportiva riguardano:
• Rispetto
• Collaborazione
• Risultato
• Integrazione e Appartenenza
• Competizione
• Emozione
• Disciplina e Costanza
• Impegno e Sacrificio
• Motivazione
• Autostima
• Etica
È uno dei valori fondamentali che sono alla base dello sport e della vita.
Il rispetto è un atteggiamento che favorisce le relazioni interpersonali.
Rispettare noi stessi è forse la prima forma di rispetto da considerare: lo sport ci aiuta a comprendere i nostri bisogni ed accettare i nostri limiti.
La corretta pratica sportiva ci insegna anche il rispetto verso i propri compagni di squadra e verso l’allenatore e per ultimo, ma non meno importante, il rispetto verso gli avversari.
L’appartenenza ad un gruppo consente ai ragazzi, in particolar modo agli adolescenti, di condividere le regole del gioco, le emozioni e le frustrazioni e contribuisce a creare un unico soggetto, appunto la “squadra” in cui l’io impara a lasciare spazio al noi.
Far parte di un gruppo sviluppa aspetti emotivi, caratteriali e relazionali.
La vittoria e la sconfitta sono parte integrante dello sport, sono due momenti fondamentali per la crescita di un giovane. Imparare a saper perdere significa accettare e capire i propri limiti, i propri errori, sviluppare l’abilità di mettersi in discussione e migliorarsi senza arrendersi.
La vittoria invece genera autostima, voglia di continuare, maggior determinazione e ripaga lo sforzo e l’impegno dell’allenamento.
Lo sport diffonde il principio dell’uguaglianza e di pari opportunità rivolgendosi a tutti senza distinzione, indipendentemente dall’etnia, cultura, religione, origine e colore.
La pratica sportiva ha la capacità di coinvolgere il gruppo in maniera naturale e senza pregiudizi, stimolando la crescita del singolo; diventando così un veicolo di socializzazione, principalmente nei giochi di gruppo, facilita l’integrazione e stimola il dialogo interculturale dando origine alla fratellanza sportiva.
La competitività molto spesso può diventare un nemico dello Sport sano.
La competizione è sana quando è svolta con lo scopo di migliorare le proprie prestazioni, tenendo sempre ben presente che diventare i migliori non è l’obiettivo principale di uno sport.
L’arbitro, presente in molti sport, ha il compito di supervisionare e verificare che l’attività sportiva sia svolta correttamente, in modo da assicurare una sana competizione.
Lo sport è fatto di Emozioni.
La pratica sportiva e le emozioni che essa genera come gioia, felicità, rabbia, tristezza e paura riescono a far comprendere sé stessi e far sentir vivo chiunque la pratichi.
Le emozioni giocano un ruolo fondamentale nella motivazione e nell’esito della competizione, influenzando la prestazione e il raggiungimento del risultato prefissato.
Lo sport aiuta a gestirle e a conoscerle, andando a controllarle in modo che non influenzino le nostre performance sia nel gioco che nella vita.
La disciplina insegna il valore del duro lavoro, l’atleta deve lavorare sodo per migliorare e raggiungere il proprio pieno potenziale.
L’allenatore gioca un ruolo fondamentale in quanto deve saper motivare i propri ragazzi, far rispettare i programmi di allenamento, garantire la puntualità degli incontri, favorire il rispetto delle regole di gioco, infondere uno spirito positivo e fruttuoso e far acquisire la capacità di focalizzarsi sugli obiettivi.
L’allenatore agisce sulla personalità del ragazzo, permettendogli di acquisire competenze organizzative definendo tempie priorità nella vita, la capacità di rispettare le norme sociali, il controllo dei propri impulsi e delle conseguenze che derivano da essi.
L’impegno nella pratica sportiva significa impiegare tutte le proprie forze per la realizzazione di un obiettivo. Il conseguimento di un risultato come tagliare un traguardo, realizzare più punti in una competizione, essere il più veloce si ottiene solo con la perseveranza e la dedizione.
La pratica sportiva insegna il valore del sacrificio e della rinuncia per la passione dello Sport.
Per motivazione si intende la spinta ad agire, mettendo in atto dei comportamenti orientati verso uno scopo.
Per essere motivati, occorre saper individuare il proprio obiettivo e definire i passi necessari per raggiungerlo.
Una volta individuato l’obiettivo verso cui dirigere l’azione si dovrà decidere la sua l’intensità cioè lo sforzo e l’impegno che si vorrà impiegare.
La motivazione può essere incrementata dal bisogno di autorealizzazione dell’atleta cioè il bisogno di sfidare i propri limiti, di impegnarsi in compiti difficili e di raggiungere l’eccellenza.
L’autostima è un aspetto strettamente connesso alla personalità, è un fattore chiave nello sport che consente di trasformare il potenziale di ciascun atleta in prestazioni migliori verso traguardi via via più ambiziosi.
La fiducia in sé stessi è definita come la consapevolezza delle proprie capacità, la convinzione di essere all’altezza del compito da svolgere o dell’obiettivo da raggiungere.
Quando l’atleta ha una forte percezione di sé la volontà di raggiungere nuovi e più ambiziosi traguardi diventerà molto più forte, concentrandosi sui suoi punti di forza avendo una visione ottimista.
L’etica attiene agli atteggiamenti mentali ed ai comportamenti personali.
L’etica dello sport è un concetto che si fonda su comportamenti di correttezza e rispetto anche se non stabilite da regole scritte.
Un vero sportivo deve insegnare ad un allievo le tecniche e le tattiche per vincere una gara, ma deve soprattutto educarlo ad essere leale, inculcando il concetto che l’avversario non è il nemico, ma un atleta che si sta sforzando di conseguire un risultato.
Il Fair Play non è una regola scritta, bensì un comportamento eticamente corretto da adottare nella pratica delle diverse discipline sportive.
Fair play significa rispettare le regole e l’avversario, accettare e riconoscere i propri limiti, sapere che i risultati sportivi ottenuti sono connessi all’impegno impiegato, promuove valori tanto importanti nella vita quanto nello sport come l’amicizia, lo spirito di gruppo e il rispetto del prossimo.
La Carta del Fair Play è un documento pubblicato nel 1975 dal Comitato Internazionale Fair Play che racchiude i 10 concetti fondamentali:
- Fare di ogni incontro sportivo, indipendentemente dalla posta e dalla importanza della competizione, un momento privilegiato, una specie di festa;
- Conformarmi alle regole e allo spirito dello sport praticato;
- Rispettare i miei avversari come me stesso;
- Accettare le decisioni degli arbitri o dei giudici sportivi, sapendo che, come me, hanno diritto all’errore, ma fanno tutto il possibile per non commetterlo;
- Evitare le cattiverie e le aggressioni nei miei atti, e mie parole o miei scritti;
- Non usare artifici o inganni per ottenere il successo;
- Rimanere degno della vittoria, così come della sconfitta;
- Aiutare ognuno, con la mia presenza, la mia esperienza e la mia comprensione;
- Soccorrere ogni sportivo ferito o la cui vita sia in pericolo;
- Essere un vero ambasciatore dello sport, aiutando a far rispettare intorno a me i principi suddetti.